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Disinformazione religiosa e moschee

      È vero: si può essere professori d'Università e, contemporaneamente, grandi ignoranti in Religione. La "libertà" su cui si fonda la "civiltà europea moderna" non ha niente di che spartire con la libertà religiosa di cui parla la Tradizione della Chiesa: la prima non è altro che una voluta indipendenza da Dio (ed è quindi anticristiana, non per nulla si discute tanto se parlare o meno delle radici cristiane dell'U.E....), la seconda è il diritto della Verità, dell'unica e vera Religione (quella dell'unico e vero Dio) [le altre "religioni" possono essere solo tollerate]

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e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

      Vincenzo Milanesi, rettore dell'Università di Padova, interviene il 1° maggio sul "Mattino" sul tema della moschea con un articolo intitolato "Libertà di culto e prevenzione".
      Concetto centrale dell'articolo: "la libertà religiosa è uno dei cardini della civiltà europea moderna, che è nata sotto il segno proprio di quella libertà".
      Sulla base di questa affermazione il prof. Milanesi giudica "contraddittorie" le posizioni di chi si oppone alla moschea pur non negando la libertà religiosa.(1)

 

 

      Su questo il rettore Milanesi ha perfettamente ragione. Sbaglia però laddove afferma che tutti coloro che si oppongono alla moschea riconoscono la libertà religiosa.(1)   Non è il mio caso e l'ho già dichiarato in data 26 aprile in una lettera al "Mattino" in risposta a un articolo del leader veneto di Cl Graziano Debellini, lettera che però non è stata pubblicata.
      In tale lettera ricordavo al sig. Debellini, e ricordo ora al prof. Milanesi, che la Chiesa cattolica ha sempre condannato la libertà religiosa come "deliramento della ragione", in quanto pretende di porre sullo stesso piano l'unica Verità rivelata da Dio e le idolatrie nate dalla mente umana.
      Tale condanna, in perfetta sintonia con il Primo Comandamento, è chiarissima in tutto il Magistero e segnatamente nell'enciclica "Mirari vos" di Gregorio XVI (1832), nel "Sillabo" di Pio IX (1864) e nella "Libertas praestantissimum" di Leone XIII (1888), encicliche in cui è costantemente ribadito, contro il cattolicesimo liberale, che gli Stati, istituiti da Dio per il bene dell'uomo, hanno il dovere di favorire e proteggere la religione che per chiarissimi segni appare vera (quella cristiana cattolica) e di prestare all'unico vero Dio il culto che si deve al proprio Re, al massimo potendo in certi casi tollerare per ragioni di ordine pubblico l'espressione dei falsi culti.
      Sulla base di questa chiarissima dottrina, per ricordare la quale S.S. Pio XI istituì nel 1925, con l'enciclica "Quas primas", la festa di Cristo Re, furono stipulati i Patti Lateranensi del 1929 fra la Chiesa e lo Stato italiano, che furono poi inseriti nella Costituzione all'art. 7 senza che per circa quarant'anni nessuno sollevasse un problema di compatibilità costituzionale.
      E' evidente quindi che la successiva riabilitazione della libertà religiosa da parte del Concilio Vaticano II, sulla cui base fu stipulato il "nuovo concordato" Craxi-Casaroli del 1984, essendo in contraddizione con il Magistero costante della Chiesa, non ha alcun valore per i cattolici, che devono anzi positivamente combatterla [...] (e per inciso dovrebbero anche cominciare a porsi il problema del possesso dell'autorità da parte di chi promulgò la dichiarazione "Dignitatis Humanae Personae" del Vaticano II).

 

(1) Il Milanesi avrebbe ragione se la libertà religiosa, di cui parla la Tradizione, coincidesse con quella di cui parla il Concilio Vaticano II, ma sono due cose diametralmente opposte, per cui ha ragione il Damiani quando asserisce che non tutti riconoscono e accettano la libertà religiosa proposta dall'illuminismo anticristiano e accolta dal Vaticano II, appunto perché la Chiesa cattolica ha sempre condannato questa impropria e falsa "libertà religiosa come "deliramento della ragione", in quanto pretende di porre sullo stesso piano l'unica Verità rivelata da Dio e le idolatrie nate dalla mente umana"

 

        In realtrà, e il prof. Milanesi non può non saperlo, la "libertà religiosa", oggi come egli scrive comunemente accettata come un pilastro della società occidentale, è un concetto estraneo alla tradizione cattolica, e nasce nell'ambito di una delle sette più radicali del protestantesimo, quella sociniana o unitariana, che nega la divinità di Cristo e la Trinità per ritornare a un monoteismo finalmente conciliabile con l'ebraismo e la religione di Maometto.

 

La "libertà religiosa" è un concetto estraneo alla tradizione cattolica, e nasce nell'ambito di una delle sette più radicali del protestantesimo, quella sociniana o unitariana, che nega la divinità di Cristo e la Trinità per ritornare a un monoteismo finalmente conciliabile con l'ebraismo e la religione di Maometto.

    "In francia, Bodin difende la tolleranza religiosa (non verso le streghe, però!) in quanto tutte le religioni sarebbero gradite a Dio, riflesso di un'antica religione naturale a tutte comune. E proprio dall'entourage di Newton, che era in realtà unitariano, nasce nel 1717 la moderna massoneria, che potremmo definire l'aspetto esoterico del nostro Illuminismo. Massone e illuminista fu il Lessing, il quale, nel suo "Nathan der Weise", riprende la parabola medievale dei tre anelli, simbolo delle tre religioni (cristiana, musulmana ed ebraica) egualmente amate dal Padre, anche se una sola è vera. In questo clima, per la prima volta nella storia, le pubbliche leggi proclamano la separazione tra lo Stato e la Chiesa, la tolleranza e la libertà religiosa, e ciò in occasione di due rivoluzioni, nel 1776 in America e nel 1789 in Francia. Ecco, l'Occidente che nasce nel XVIII secolo non è più la Cristianità, è un altro Occidente che nasce nella Cristianità ma che è nemico della cristianità" (don Francesco Ricossa: "la politica della Chiesa, l'Islam e l'Occidente", Torino, CIDAS, 2004, pp. 7 e 8).

 

 

      Credo che non ci sia nulla da aggiungere, se non la sempre più sconcertata constatazione che in un paese sedicente cattolico tutti quanti ragionino come massoni, dando per scontato (purtroppo al 99, 99% con ragione) che anche i cattolici siano ormai indistinguibili dai fratelli delle logge, per oltre due secoli additate giustamente dalla Chiesa come il più mortale nemico della religione. Infatti anche negli altri due interventi, quello della consigliera comunale dei Verdi per la pace Aurora D'Agostino e quello di Walter Stefan, portavoce dell'Associazione Citt'Antenore, copromotrice del referendum, risuona come un ossessivo ritornello il solito leitmotiv: "la libertà religiosa come bene imprescindibile e inalienabile dell'essere umano", addirittura per il prof. Milanesi "il diritto fondamentale di ogni individuo". Come dire che tutto il pensiero moderno ha partorito come sua summa il... diritto di andare all'Inferno come a ognuno meglio pare. Non mi pare un bilancio esaltante.

Franco Damiani

 

 

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